giovedì 27 dicembre 2012

Mesto ritorno alle quotidiane abitudini...

Sono passati alcuni giorni dal rientro, ma visto che ci sono state le Feste di mezzo, non sono riuscita a scrivere come si è conclusa l'avventura francese. Per non tediare troppo i miei venticinque lettori (citazione manzoniana), vediamo solo le tappe fondamentali della giornata di sabato 22 dicembre.


Sveglia alle 5, controllo affannato, ossessivo e oserei dire anche inutile per essere sicura di aver preso tutto (chi mi conosce, sa che posso anche essere capace di controllare 5 volte di fila se ho preso, ad esempio, le chiavi di casa) e alle 6 taxi che ci viene a prendere al résidence per portarci alla Gare St. Jean.


Dalla Gare, TGV per Parigi CDG alle ore 7.23 (ovviamente partito in perfetto orario, e arrivato altrettanto puntuale). Scesi dal treno, a Parigi sembrava di essere piombati nell'era glaciale, e, siccome al solito siamo particolarmente fortunati, una volta arrivati con la navetta al nostro terminal è anche iniziato il diluvio universale.


Zuppi fradici, entriamo pronti a fare il check in, ma ovviamente prima andiamo a fare la fatidica prova del peso della valigia. Elisa ci sta, addirittura la sua valigia pesa 6 kg meno dei 23 a nostra disposizione; la mia pesa 25,5 kg, quindi spostando un po' di cose nel mio zaino e buttando il superfluo è tutto ok, ma la vera sorpresa è la valigia di Omar, che pesa più di 29 kg, nonostante lui sia stato l'unico ad andare all'aeroporto di Bordeaux per pesarla. Al che, ci mettiamo da una parte per aprire le valigie e ridistribuire il peso.
Inutile dire che sembrava di essere in un suk... Quel bazar!

Una volta atterrati a Bologna alle 17.15, taxi fino alla stazione, dove ci comunicano allegramente che per prendere il treno delle 18, noi che avevamo prenotato quello delle 19.42, dovremmo pagare almeno il doppio di quello che abbiamo già pagato. Ci mettiamo quindi l'animo in pace e attendiamo la bellezza di due ore nella saletta d'attesa puzzolente, che in confronto a quella sfavillante di Bordeaux sembra l'atrio di un sanatorio sovietico di fine Ottocento.

In treno, alterco tra Omar e un tizio che aveva da ridire perché non voleva alzarsi dai nostri posti prenotati (a suo dire, lui era salito prima, quindi i posti erano suoi: e noi che l'abbiamo pagata a fare la prenotazione?), per poi scendere finalmente alla stazione di Ancona con l'arbitro Tombolini (!) e riabbracciare i nostri cari...

E a questo punto, è davvero finita. Si torna alla triste realtà italica...
Au revoir, France!

giovedì 20 dicembre 2012

C'est fini... c'est la fête!

Ieri ultimo giorno di lavoro!

Dopo la mia ultima visita guidata a Château Pape Clément (normalement  doveva essere alle 17.00, ovviamente sono arrivati molto in ritardo), spostamento in massa di tutto il comparto Bernard Magrez - Luxury Wine Tourisme a Bordeaux per "l'ultima cena".

Pyves aveva suggerito una pizzeria a suo dire favolosa (proprietari napoletani doc, sicuramente una garanzia!), ma purtroppo era già sold out e quindi abbiamo ripiegato sul ristorante italiano Le Veneto ad Allées de Tourny.

Appuntamento alle 20.00, visto che nessuno si era fatto ancora vivo, io e Elisa siamo entrate per accaparrarci un posto (non si può prenotare), e nel mentre ci siamo prese un bell'aperitivo (inutile dire che in Francia l'aperitivo consiste semplicemente nel bere; se vuoi qualcosa da sgranocchiare, te lo puoi scordare).

Quando anche Laurent e la futura M.me Faucheux sono arrivati (Laurent doveva chiudere la boutique, povero!), sono scattate le ordinazioni: lasagne, risotti, linguine, il tutto arrosé da buon Nero D'Avola (che va bé, è siciliano a dispetto del nome del ristorante, ma poco importa...). 


Durante la cena, Charlotte se ne esce con un pacchettino: un cadeau pour moi! 

Devo dire che proprio non me l'aspettavo, sono stati carinissimi; dopo due ore di spacchettamenti (anche perché il Campari stava facendo effetto, e il vino pure), ho estratto dalla confezione un joli collier che Pyves mi ha gentilmente aiutato ad indossare, mentre Charlotte gli raccomandava di cercare di non strangolarmi...

A fine cena, io, Elisa, Charlotte, Pyves e Gilles abbiamo deciso di proseguire la serata al pub Charles Dickens lungo les Quais. 
Al momento di salutare Laurent, lui mi ha fatto promettere di tornare a Bordeaux durante l'estate prossima, e mi ha detto che, se vorrò, si potrà fare anche un pensierino su fatto di poter tornare a lavorare a Pape Clément. 
Di fatto, è un arrivederci...



Arrivate a mezzanotte e un quarto, abbastanza andanti, con Elisa ci siamo rese conto che avevamo esattamente quindici minuti per arrivare a Quinconces e prendere l'ultimo autobus per tornare a casa, altrimenti sarebbe stato taxi-super-cher. 

Salutati gli altri, siamo partite a razzo lungo les Quais ridendo come due sceme (con svariati tizi che si sono girati per strada con la classica faccia: ma queste che fanno?) e siamo arrivate giuste giuste alla fermata del bus: anche stavolta, le nostre tasche se la sono vista brutta...

lunedì 17 dicembre 2012

Dernier dimanche...

Siamo agli sgoccioli, alla nostra ultima settimana francese... 

Ma, per concludere in bellezza, la nostra domenica è stata très chic. Grazie al mio insuperabile tutor aziendale Laurent, ho avuto due invitations all'evento del weekend, ovvero il Bordeaux Tasting
Nella prestigiosa cornice di Palais de la Bourse, che si affaccia sull'omonima piazza, una due giorni di degustazioni dei "talenti della rive droite e della rive gauche", uniti a 15 champagnes d'eccezione. 
Non potendo andare ieri, perché sia io che Elisa eravamo al lavoro, siamo andate oggi.
Munite del nostro bel biglietto firmato "Bernard Magrez Luxury Wine Tourisme", siamo entrate coi nostri amici Jules e Julia. Abbiamo iniziato a girare tra i vari stands, degustando a destra e a manca, con fare professionale, badando bene a non dimenticare nessuna delle fasi topiche della degustazione (visuel, premier nez, second nez, gustatif, ormai ci sguazzo!).

Un paradiso per occhi, naso, bocca: c'era solo l'imbarazzo della scelta.

Arrivati allo stand di Château La Tour Carnet, che è una delle 40 proprietà di Bernard Magrez, riconosco Fréderic Auru, che è nel commerciale a Pape Clément. Lo saluto, ci parlo un po', mi giro e vedo Bernard Magrez in persona. 




Ora, l'avevo già visto due o tre volte al castello, ma ovviamente, in quanto stagiaire, non mi aveva calcolato di striscio. Auru gli dice che sono stagiaire in boutique, M. Magrez mi si avvicina, dice che non si ricorda di avermi visto (e non è perché è rimbambito: ha 76 anni e il piglio di un trentenne) e mi stringe cordialmente la mano. 
Giro l'angolo e trovo lo stand Château Pape Clément, dove il mio collega Pierre-Yves (per gli amici PYves, in foto qui a lato) col suo solito modo impostato, da gentleman consumato, propone i vini della proprietà. 

Giriamo ancora un po', finché, nella fila opposta di stands, troviamo lo Château Fombrauge, altra proprietà di M. Magrez. Finalmente vedo Laurent, per la gioia del quale sono già abbastanza alticcia (è già più di un'ora che sbevazziamo), e, di nuovo, M. Magrez. 





Laurent si allontana un attimo, per tornare di corsa subito dopo, dicendomi che devo assolutamente farmi una foto con M. Magrez per il mio blog. Io gli rispondo di no, mi vergogno troppo, che faccio, vado lì e gli chiedo di farmi una foto con lui, manco fossi una groupy? Laurent insiste, dice che devo dirgli che è per il mio blog perché lui adora queste cose. 

Allora lascio la macchina fotografica a Laurent, mi avvicino a M. Magrez e gli spiego la questione. 
E lui, un vero mito, mi mette la mano sulla spalla e fa: devo aggiustarmi il ciuffo! 

Laurent scatta la foto e il gioco è fatto: ho il mio trofeo di giornata.




martedì 11 dicembre 2012

Shopping natalizio? Pas de souci...

Allées de Tourny: è qui che si trova il mercatino natalizio di Bordeaux. 
Tra luci, musica e profumi indescrivibili (che però a fine giornata diventano quasi nauseanti), decine e decine di casette in legno, disposte in maniera impeccabile, ospitano bancarelle di ogni genere: capi d'abbigliamento, bijoux, artigianato, oggetti per la casa, generi alimentari a volontà e, ovviamente, le immancabili saponette di cui vado letteralmente matta.

In genere, quando vado a un mercatino francese da noi (ultimamente parecchio in voga dalle nostre parti), torno a casa con quintali e quintali di due sole cose: saponette e formaggi. 

 

Ora, avendo già problemi di peso (mio, perché ahimé sono un po' ingrassata, e della valigia, che non può superare i 23 kg), ho deciso di non comprare niente di tutto ciò, ma volendo farmi un personale regalo di Natale, ho fatto un giretto al mercatino e poi nei vari negozi del centro. 

Mi sono imbattuta in un negozietto vicino a Place du Parlement, dove si vendono pezzi artigianali-artistici davvero geniali: statuette fatte con posate saldate tra loro, lampade realizzate con carta di fumetti o ricavate da un cestello della lavatrice, lampadari fatti con bottiglie riciclate... 

Uno spettacolo per gli amanti del genere, un mix di design e arte del riuso che mi ha fatto letteralmente impazzire.

Cosa mi sono comprata? Una graziosissima e delicatissima catenina fatta con ingranaggi di un orologio. Riciclati, ovviamente...

lunedì 10 dicembre 2012

Altro giro, altra corsa...

Finalmente, dopo aver toppato l'appuntamento la settimana scorsa causa stranezze orarie del bus (ma per fortuna, visto che domenica scorsa diluviava), siamo riuscite a fare questo benedetto giro a Saint-Emilion, altro tempio del vino nell'entroterra di Bordeaux.

Sole e un po' di foschia, temperatura polare, siamo partite alle 13.30 dall'Office du Tourisme per dirigerci verso questo paesino, meraviglia assoluta a sentire le voci fin qui pervenute.

In realtà, forse perché noi siamo abituate a questo genere di paesini, Saint-Emilion non è che ci abbia lasciate proprio a bocca aperta: ok, è un bel paesetto medievale, arroccato in cima alla rupe, con tutti i suoi resti e rovine di chiese e monasteri, ma devo dire che molti nostri borghi non sfigurerebbero affatto al suo confronto, anzi...


L'unico monumento degno di nota, l'Eglise monolithique, è giustamente (l'uso di questo avverbio è alquanto ironico, ovviamente) fotografabile solo dall'esterno, credo per fini esclusivamente commerciali, visto che non c'è nulla al suo interno che possa essere in qualche modo danneggiato. 
Si tratta di una chiesa a tre navate, scavata interamente nel costone roccioso tra l'XI e il XII secolo, nel punto esatto dove il bretone Saint-Emilion si ritirò come eremita, e dove fu sepolto alla sua morte nel 767. Esternamente, non si percepisce affatto la vastità di questo edificio, dove si trovano anche quelle che qui chiamano "catacombe", ma che in realtà sono tombe che la gente si faceva scavare per essere seppelliti più vicini possibile al corpo del Santo.


Per il resto, una serie di viuzze più o meno pittoresche, negozi di macarons, dolci tipici di qui che altro non sono che biscotti di pasta di mandorle, e niente più. In due parole: siamo rimaste un po' deluse, ma mica è detto che ogni volta che si vede qualcosa, sia qualcosa di eccezionale...

A seguire, visita allo Château Ambe Tour Pourret. Anche qui, un pizzico di delusione: solo 5 ettari di vigna, solo Merlot e Cabernet Franc, piccolissimo cuvier e minuscolo chais (appena 40 barriques!). Sarà che io ormai mi sono abituata alla grandeur di Pape Clément... 
Per giunta, il vino non mi è neanche piaciuto.


Come se le delusioni non bastassero, si è aggiunta anche quella della cena: ieri sera ci siamo decise ad andare all'Entrecôte, ristorante tra Quinconces e Place de la Comédie, dove c'è sempre una fila chilometrica.
Spinte dalla curiosità di sapere se tutta questa attesa fosse giustificata o no, ci siamo messe in fila alle 18.30 per riuscire ad entrare verso le 19.20 (tutto ciò all'esterno, chiaramente, con una temperatura credo al di sotto dello 0). In tutta franchezza, posso dire che non c'è motivo di voler venire a mangiare qui. Entrée di salade e noci, plat che consiste in un controfiletto tagliato a listarelle con una salsetta non ben specificata e frites moscissime e insipide. Il tutto per 17 €, e se si vuole un dessert bisogna aggiungere almeno 5 €... Uno dei peggiori pasti fin qui gustati.

Quindi, prossime all'assideramento, siamo tornate mestamente verso casa, consapevoli che il prossimo weekend è l'ultimo della nostra avventura bordelaise. La fine è ormai alle porte...


lunedì 3 dicembre 2012

Starting count down...

Sembra incredibile, ma sono già passati tre mesi dal nostro arrivo in Francia, e le luminarie natalizie spuntate in tutta Bordeaux come funghi (bellissime, tra l'altro) ci ricordano che tra poco è ora di rientrare alla base...

Una strana sensazione, sembra di essere partiti da poco eppure di essere qui da una vita, sarà che ormai qui ho stabilito una mia "routine" (spesa il lunedì, lavatrice il mercoledì, cenette e cinema di tanto in tanto - in francese chiaramente -, mezzi pubblici, lavoro, colleghi con cui faccio delle gran chiacchierate e che, come Laurent, ormai mi chiamano tutti "Lucia amore"!)... 
Da una parte, devo confessare che non me ne andrei nemmeno per tutto l'oro del mondo.



L'altra faccia della medaglia, però, è che Natale si avvicina, quindi credo che sarà particolarmente bello tornare proprio in occasione delle feste, riabbracciare la mia famiglia, gli amici, cani e gatti, ritrovare le piccole abitudini perdute, e adattare quelle prese qui alla realtà belfortese (tipo: dove trovare le Riz au lait Nestlé che mi fa impazzire? Nel caso qualcuno abbia la risposta, let me know, please).

Post un po' nostalgico, lo so. Ma le scoperte non sono ancora finite. Domenica 9 visita a Saint-Emilion. 
Quello sì che sarà un signor post...
Stay tuned.

lunedì 26 novembre 2012

E' tempo di visite!

Lo scorso weekend è successo qualcosa che mai e poi mai avrei creduto possibile. Qualcosa di sensazionale, assolutamente impensabile, un evento insomma. 

Mia madre ha preso l'aereo. Per la prima volta in vita sua. Per venirmi a trovare, ovviamente. 
Nonostante ne fosse terrorizzata.

Insieme a Simonetta (che non ho la più pallida idea di cosa le abbia detto per convincerla), ha preso un comodo Ryanair Roma-Bordeaux ed è arrivata qui. Niente a che vedere col viaggio della speranza che ci aspetta per tornare a casa. Ma questa è un'altra storia...

Data la mia estrema vicinanza all'aeroporto, venerdì mattina sono andata ad accoglierle (in realtà sono atterrate addirittura in anticipo, quindi sono state loro ad aspettare me) e siamo andate subito in centro. 
Il tempo di lasciare i bagagli in albergo (Hotel Gambetta in Rue de la Porte Dijeaux, un 2 stelle non malaccio e soprattutto in pieno centro, vicinissimo alla fermata del tram e dell'autobus, nel caso in cui qualcuno di voi sia interessato) e via, passeggiata tra chiese, cattedrale, quais e quant'altro per soddisfare le velleità fotografiche di Super-Simo.



Dopo pranzo, siamo andate al "mio" Château per una visita privata (abuso d'ufficio!!!) con degustazione, e Laurent, dato che gli ho presentato la mamma, ci ha lasciato bere Clémentin e Pape Clément, il secondo e il primo vino della proprietà.

A lato, una foto nella Cave.

Da notare il mio bicchiere già vuoto, mentre il chiarore in primo piano è la cassa di Prélat che ho usato come piano d'appoggio per l'autoscatto, visto che Laurent era impegnato in un'altra degustazione e quindi impossibilitato nel prenderci une photo.


Quando Elisa ci ha raggiunte, cena all'Assiette du Vieux Saint Pierre (su prenotazione chiaramente, sennò campa cavallo), il tizio degli spiedini appesi e della brioche perdue (vd Résumé de la semaine), poi visto che loro si erano alzate alle 4.30 e pure noi "locali" eravamo cotte, abbiamo fatto il gioco dell'ua. Ognuno a casa sua. 


Sabato mattina, tour Bordeaux en car con l'Office du Tourisme, con traduzione (quasi) simultanea a cura della sottoscritta, che permette di vedere tutti i luoghi della città riconosciuti come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

Pranzo alla baracchetta Da Sandro a Quinconces, dove nel pomeriggio abbiamo fatto un giro per i Brocantes (alias mercatino dell'antiquariato), e successiva visita al Mercatino di Natale aux Allées de Tourny (che però meriterà un post tutto suo), con relativo vin chaud e castagne, più un pain au chocolat a testa da Paul (qui robe deliziose, anche con promozioni speciali, come resistere?).
Cena: pizza da Jacomo, birretta e rientro.

Ieri, domenica: lento risveglio, pranzo in una brasserie a Place Camille Jullian (bœuf bourguignon, slurp!) e trasferimento all'aeroporto per la partenza.
Io personalmente avrei preferito un teletrasporto, visto che ero più stanca ieri sera per il weekend che durante tutta la settimana... però sono soddisfatta, sono riuscita a concentrare in due giorni l'essenza di Bordeaux (arte, architettura, cibo, vino, mercatini e negozi) e almeno loro sono riuscite ad avere un quadro più o meno completo della città.

Ma la mia domanda è: ora che s'è sbloccata, mamma chi la ferma più?
Mi toccherà fare un viaggetto qua e là ogni tanto, ahimé...

domenica 18 novembre 2012

... e finalmente l'Oceano!

Stamattina, approfittando del timido sole e della temperatura abbastanza mite, ci siamo alzate di buon'ora per una gita fuori porta, destinazione Arcachon - Dune du Pyla, ovvero costa atlantica.

Autobus fino a Quinconces, tram fino a Gare St. Jean, treno TER per Arcachon.

Giunte qui, la navetta non sarebbe arrivata prima di un'ora, quindi dopo aver mangiato il panino (Elisa in realtà l'aveva già fatto fuori in treno), abbiamo fatto un breve giretto per la città. Con nostra grande sorpresa, andando verso il lungomare, abbiamo trovato una quantità indescrivibile di villette in stile liberty (originali dell'epoca o copie recenti, non saprei; approfondirò la questione), alcune davvero deliziose, ognuna con un nome proprio ben evidente sulla facciata.





A una manciata di minuti dalle 14, siamo salite sulla navetta che in poco tempo ci ha portato a destinazione.

Scese al parcheggio, un sentiero ci ha condotto a una serie di piccoli bungalow (negozietti di souvenirs e baretti). Da qui, seguendo un'altra stradina in salita tra gli alberi, siamo arrivate ad uno slargo dove si erge, maestosa e inaspettata, la Dune du Pyla, la duna sabbiosa più alta d'Europa.




Ora, immaginavamo che la duna fosse alta, ma non pensavamo assolutamente di trovarci davanti a un tale spettacolo della natura. Una vera e propria montagna di sabbia, che raggiunge i 110 metri di altezza, situata tra una foresta e l'Oceano Atlantico. Una montagna che si deve scalare, arrampicandosi oppure, come abbiamo fatto noi, servendosi di una scalinata che avrebbero dovuto togliere a fine ottobre e invece fortunatamente è ancora lì.

Arrivate in cima, lo stupore ha preso il sopravvento. Davanti a noi l'Oceano Atlantico, alle nostre spalle la foresta, sulla cresta della duna una quantità incredibile di gente (famiglie con cani e bambini che rotolavano insieme tra la sabbia, anziani arrivati lassù chissà come, visto che noi "giovani" abbiamo dovuto fare qualche sosta durante la salita...). Grazie anche al cielo, diventato più grigio ma non minaccioso, il paesaggio aveva l'aria di un deserto lunare, sembrava quasi di essere un esercito di sopravvissuti su un'isola deserta, una sensazione davvero unica.


Dopo aver marciato tra gli alti e bassi della duna, abbiamo deciso di scendere verso l'Oceano. Potevo perdermi l'occasione di toccare l'acqua? Ovviamente no.

E dopo decine e decine di foto, e aver preso una conchiglietta dalla spiaggia come souvenir, abbiamo passeggiato sulla battigia aggirando la duna per andare a riprendere la navetta, salvo che abbiamo preso il giro troppo alla larga e abbiamo perso provvisoriamente la bussola, ritrovandola poco dopo quando ormai era troppo tardi. Quindi, abbiamo dovuto aspettare un'ora per vedere arrivare la navetta successiva.

Ma poco male, ne è valsa assolutamente la pena.

domenica 11 novembre 2012

Résumé de la semaine

La settimana appena trascorsa è stata molto ma molto tranquilla.

Io personalmente mi sono fatta un gran mazzo al lavoro (visite guidate all day long, anche ai Francesi piace sfruttare gli stagisti, a quanto pare), ed Elisa pure, visto che ha chiesto di poter cambiare il suo orario di lavoro per essere più utile al Castello, e ora si deve alzare tutte le mattine alle 6 (ma almeno ha il pomeriggio libero).
Risultato: la sera siamo cotte, ci vediamo un filmetto sur le canap e poi a nanna.



Sabato scorso siamo stati tutti e quattro a mangiare la pizza da Jacomo, in Rue de la Devise, un piccolo ristorante dall'aspetto familiare, dove abbiamo trovato anche una tavolata piuttosto chiassosa di... travestiti (veri o per scherzo, non è dato sapere).
Con nostra grande sorpresa, abbiamo mangiato una pizza da urlo, che può tranquillamente competere con la migliore pizza da noi... il sospetto che il pizzaiolò (anche qui si chiama così) sia italiano è molto forte.
Per la cronaca, abbiamo preso Pizza aux quatre fromages e Pizza saumon et crème fraîche.



Domenica pomeriggio, visto che il tempo era di un grigiume da mettere depressione anche alla persona più entusiasta del mondo, Elisa non ne ha voluto sapere di uscire, così sono saltata sull'autobus e, su consiglio della mia collega Charlotte, sono andata a vedere l'Anfiteatro di Bordeaux, il Palais Gallien.  
Sinceramente mi aspettavo che ci fosse qualche pezzo in più, però il luogo ha il suo fascino. 
Questo Colosseo in miniatura, costruito nel I secolo d.C., poteva ospitare fino a 15000 spettatori; purtroppo, durante la Rivoluzione l'anfiteatro di Burdigala divenne una cava a cielo aperto, come è successo a tanti altri edifici romani un po' ovunque, finché è stato riconosciuto come monumento storico nel 1911.
Dopo questo tuffo nel passato (deformazione professionale, ahimé), ho fatto una breve passeggiata sur les Quais, molto suggestivi anche col brutto tempo, e poi sono rientrata à la maison.



Giovedì sera, in occasione del compleanno di Omar, siamo stati a cena nel ristorante migliore di Bordeaux, o almeno il migliore tra quelli che noi abbiamo provato finora, l'Assiette du Vieux Saint Pierre
Un menù da 13,90 € (che è poco), permette di scegliere un' entrée, un piatto di brochette (spiedini "pendenti" di boeuf, canard, canard à l'orange o porc à l'ananas) e un dessert (da prendere assolutamente: brioche perdue al cioccolato e crème anglaise, è il top!). 
Roba da leccarsi i baffi.




Insomma, questa è la tranquilla vita da stagista di provincia costretta ad adattare la propria vita agli orari dell'autobus... torno a ripetere che avendo avuto la macchina, sarebbe stata tutta un'altra cosa, ma non si può avere tutto dalla vita!

sabato 3 novembre 2012

Ça fait deux mois...

...qu'on est en France. E' tempo di fare qualche bilancio. 

Di seguito, la hit parade delle cose che mi mancano di più, quelle che, ad avercele, renderebbero la mia permanenza qui davvero impeccabile.

Al numero 5, la mia Clio

Mi sono davvero rotta di questo cacchio di autobus che non rispetta mai e poi mai gli orari (e che per questo ti fa perdere le coincidenze), che a causa del traffico ci mette anche un'ora ad arrivare al centro di Bordeaux, e che ci lascia a 800 m da dove viviamo. 

D'accordo, 800 m non sono poi tanti, ma quando torni dal centro commerciale con la spesa del sabato, carica come una bestia da soma, e devi fare tutta questa scarpinata (o anche semplicemente quando torni a casa la sera, dal lavoro o da una serata in centro, e magari diluvia), rimpiangi davvero il fatto di non avere una macchina...

Al numero 4, una lavatrice a mio solo unico uso e consumo.

Ma è mai possibile che in un residence dove saranno ospitate almeno 50 persone ci sia solo una, dico una lavatrice per tutti? E che ci sia un'altra lavatrice smontata e rotta da almeno tre anni, che nessuno si cura di aggiustare? 
E che si debba impiegare mezza giornata per fare la fila per lavatrice & asciugatrice (anche questa nel numero di 1 pz)? 
E ancora, ultima domanda retorica, che non si capisca quanto caspita ci mette l'asciugatrice perché non c'è un timer, e tu devi andare su e giù come una trottola per due ore e mezza almeno, col terrore che l'asciugatrice finisca prima del tuo arrivo e che qualcuno tiri fuori il tuo bucato appoggiandolo chissà dove, col rischio che ti venga il colera perché il locale lavanderia fa schifo???
Rimpiango la lavanderia a gettoni di Boulogne Billancourt, che in confronto era uno specchio... vi dico tutto.

Al numero 3, il mio materasso.

Quello che abbiamo qui è una roba indicibile, la mattina ti svegli tutta incriccata (so che non è italiano, ma rende l'idea) e dolorante, il collo e la schiena sono rigidi come se avessi dormito su un blocco di marmo, e la cosa peggiore è che dormi per modo di dire, perché è davvero impossibile dormire in queste condizioni.
Risultato: la mattina mi alzo più stanca di quanto fossi la sera prima, poi fortunatamente dopo un tot di giorni accumulo talmente tanto sonno arretrato che finalmente una bella dormita riesco a farmela, e poi ricomincia il giro delle notti insonni.
Chissà la mattina che racconto alla gente durante le visite guidate...

Al numero 2, i miei gatti.



Qui non c'è bisogno di dire nulla, allego solo foto, che si commentano da sé... piccini!!!
E ne mancano altri tre...






E al numero 1: il bidet.




Questo meraviglioso arnese, di cui i francesi ignorano totalmente l'esistenza, e di conseguenza, la straordinaria funzione e praticità... ne vogliamo parlare?

Non aggiungo altro, noi lo sappiamo a cosa serve un bidet.

lunedì 29 ottobre 2012

Magnifico domingo

Stamattina, dato il cambio dell'ora, e visto che il letto è di quanto più scomodo riusciate a immaginare, ci siamo svegliate alle 8.30. Doccia, colazione, preparazione della demi-baguette per pranzo al sacco, il tutto con molta molta calma, che tanto non ci correva dietro nessuno, e siamo partite alla volta di Bordeaux. 

Arrivate a Quinconces (che, per inciso, è la piazza più grande di Francia, e una delle più grandi d'Europa), abbiamo avuto la brillante idea di fare pranzo sul lungofiume. Ora, è vero che la giornata era meravigliosa, un sole stupendo in un cielo terso che più terso non si può, ma c'era un vento talmente gelido che ti tirava la pelle della faccia verso le orecchie meglio di un chirurgo plastico. 


 


Nonostante ciò, dopo il pranzo abbiamo resistito e ci siamo addentrate nel quartiere degli Chartrons, precisamente in Rue Notre Dame, dove c'era il mercatino dell'antiquariato insieme alla Festa del Vino Nuovo (praticamente: la Sagra dell'Acquaticcio, ma con stile). 


Abbiamo assaggiato il vin bourru (l'acquaticcio, appunto), abbiamo preso un cartoccio di castagne e due bicchieri di vino caldo a testa, mentre Elisa faceva amicizia con un cane io ho visitato la chiesa di turno, che ci sta sempre bene (Saint Louis) e poi ci siamo imbattute in un simpatico quartetto che faceva rockabilly e blues.

Un po' per il freddo, un po' perché il vinello faceva effetto, abbiamo iniziato a ballare (qualcuno ci ha anche emulate), ma purtroppo non siamo riuscite a far muovere tutti, come invece avremmo voluto (questi francesi fanno tanto i fighi, ma sono un po' ingessati...).

Non paghe, siamo saltate sul tram in direzione Pessac, dove abbiamo raggiunto i nostri amici artisti spagnoli (vedi post precedente) che stavano facendo i graffiti al Festival Vibrations Urbaines e abbiamo assistito (dalla tribuna VIP, bevendo punch e mangiando tartine, rigorosamente gratis) alla gara di skateboard. Al termine, siamo rientrate a Bordeaux per cenare Chez les Ploucs, dove tutti i camerieri sono vestiti da Super Mario, il pavimento è coperto di paglia e le portate sono per lo più specialità basche. Finita la cena, c'è calata la palbebra e vista la temperatura polare, abbiamo deciso di rientrare.

Domani è lunedì, e per Elisa è il primo giorno di lavoro...

sabato 27 ottobre 2012

Connâitre des V.I.P.... c'est possible!

Lavorare in un posto figo porta a conoscere gente interessante. 


Qualche giorno fa, mi è capitato, appena arrivata alla boutique, di accompagnare in visita guidata un ragazzone danese con moglie, figlio e collaboratori al seguito. Durante la visita, ho scoperto che si trattava di Thomas Vinterberg, regista pluripremiato, che ha anche ricevuto il Premio della Giuria al Festival di Cannes. Era qui a Bordeaux per la presentazione del suo nuovo film La Chasse, che uscirà il 14 novembre (in Italia uscirà col titolo Il sospetto). 
A fine visita, una sua collaboratrice ci ha lasciato un fogliettino con su scritto che invierà i biglietti per tutti noi di Château Pape Clément (sì, anche noi stagisti!) per la prima del film! 


Ieri mattina, invece, sono venuti degli artisti spagnoli per una degustazione. Parlando del più e del meno (io in italiano, loro in spagnolo/italiano - chi avrebbe mai pensato che l'italiano mi sarebbe tornato utile qui!), è venuto fuori che ieri pomeriggio c'era il vernissage della loro mostra all'Artothèque di Pessac e mi hanno invitato.
Ho chiamato Elisa, che mi ha raggiunto dopo il lavoro, e siamo andate. Salvo che poi abbiamo perso il bus e abbiamo avuto qualche difficoltà a rientrare (anche perché abbiamo un po' sbevazzato al buffet), è stato un bel pomeriggio, e gli spagnoli ci hanno invitato al Fresque Graffiti domani pomeriggio e all'inaugurazione di un'altra loro mostra al Rocher de Palmer a Bordeaux.

Come dire, vita mondana, arriviamo!

venerdì 26 ottobre 2012

La semaine va terminer...

Seconda settimana di lavoro au Château Pape Clément. 
Già a fine della settimana scorsa, mi sono lanciata nella prima visita guidata in francese al vigneto e in cantina, con successiva degustazione (a guidare il gruppo, una fantastica signora dell'Office de Tourisme di Bordeaux che mi ha dato un sacco di dritte sulla città!). Questa settimana ci sono andata anche di inglese (sempre con relative degustazioni) e diciamo che me la cavo abbastanza, ma il linguaggio tecnico è ancora tutto da migliorare. 
Per il resto, faccio praticamente di tutto: vendo vini, faccio confezioni regalo, ricarico gli scaffali, intrattengo gli ospiti quando ci sono intoppi (grazie a Dio la chiacchiera non mi manca mai!!!), ma anche lavo & asciugo bicchieri, nonché ramazzo il pavimento visto che le femmes de ménage non è che facciano proprio il loro dovere...

 

Par contre, la mia vita sociale non è che sia stata molto esaltante negli ultimi tempi: 
a) perché la sera quando torno a casa sono distrutta, e l'unica cosa che ho voglia di fare è sprofondare nel materasso, che però è duro come il marmo e quindi di sprofondare non se ne parla proprio;
b) perché, visto che finora non eravamo stati abbastanza sfigati, Elisa la settimana scorsa ha pensato bene di farsi venire la varicella: il medico ha detto che la malattia ha 14 giorni di incubazione, quindi questo è il suo souvenir parigino, "acquistato" con tutta probabilità nella calca del Métro.


Ma fortunatamente domani è venerdì, la settimana lavorativa va finendo, e per sabato ho prenotato, sempre su consiglio della signora dell'Office du Tourisme, una visita guidata (in francese, ovviamente) a Bordeaux en car, cioè un giro in bus della città nei vari siti riconosciuti dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità.
Almeno forse riesco a scoprire un po' di più su questa città che per me è ancora tanto sconosciuta...