lunedì 10 dicembre 2012

Altro giro, altra corsa...

Finalmente, dopo aver toppato l'appuntamento la settimana scorsa causa stranezze orarie del bus (ma per fortuna, visto che domenica scorsa diluviava), siamo riuscite a fare questo benedetto giro a Saint-Emilion, altro tempio del vino nell'entroterra di Bordeaux.

Sole e un po' di foschia, temperatura polare, siamo partite alle 13.30 dall'Office du Tourisme per dirigerci verso questo paesino, meraviglia assoluta a sentire le voci fin qui pervenute.

In realtà, forse perché noi siamo abituate a questo genere di paesini, Saint-Emilion non è che ci abbia lasciate proprio a bocca aperta: ok, è un bel paesetto medievale, arroccato in cima alla rupe, con tutti i suoi resti e rovine di chiese e monasteri, ma devo dire che molti nostri borghi non sfigurerebbero affatto al suo confronto, anzi...


L'unico monumento degno di nota, l'Eglise monolithique, è giustamente (l'uso di questo avverbio è alquanto ironico, ovviamente) fotografabile solo dall'esterno, credo per fini esclusivamente commerciali, visto che non c'è nulla al suo interno che possa essere in qualche modo danneggiato. 
Si tratta di una chiesa a tre navate, scavata interamente nel costone roccioso tra l'XI e il XII secolo, nel punto esatto dove il bretone Saint-Emilion si ritirò come eremita, e dove fu sepolto alla sua morte nel 767. Esternamente, non si percepisce affatto la vastità di questo edificio, dove si trovano anche quelle che qui chiamano "catacombe", ma che in realtà sono tombe che la gente si faceva scavare per essere seppelliti più vicini possibile al corpo del Santo.


Per il resto, una serie di viuzze più o meno pittoresche, negozi di macarons, dolci tipici di qui che altro non sono che biscotti di pasta di mandorle, e niente più. In due parole: siamo rimaste un po' deluse, ma mica è detto che ogni volta che si vede qualcosa, sia qualcosa di eccezionale...

A seguire, visita allo Château Ambe Tour Pourret. Anche qui, un pizzico di delusione: solo 5 ettari di vigna, solo Merlot e Cabernet Franc, piccolissimo cuvier e minuscolo chais (appena 40 barriques!). Sarà che io ormai mi sono abituata alla grandeur di Pape Clément... 
Per giunta, il vino non mi è neanche piaciuto.


Come se le delusioni non bastassero, si è aggiunta anche quella della cena: ieri sera ci siamo decise ad andare all'Entrecôte, ristorante tra Quinconces e Place de la Comédie, dove c'è sempre una fila chilometrica.
Spinte dalla curiosità di sapere se tutta questa attesa fosse giustificata o no, ci siamo messe in fila alle 18.30 per riuscire ad entrare verso le 19.20 (tutto ciò all'esterno, chiaramente, con una temperatura credo al di sotto dello 0). In tutta franchezza, posso dire che non c'è motivo di voler venire a mangiare qui. Entrée di salade e noci, plat che consiste in un controfiletto tagliato a listarelle con una salsetta non ben specificata e frites moscissime e insipide. Il tutto per 17 €, e se si vuole un dessert bisogna aggiungere almeno 5 €... Uno dei peggiori pasti fin qui gustati.

Quindi, prossime all'assideramento, siamo tornate mestamente verso casa, consapevoli che il prossimo weekend è l'ultimo della nostra avventura bordelaise. La fine è ormai alle porte...


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