domenica 18 novembre 2012

... e finalmente l'Oceano!

Stamattina, approfittando del timido sole e della temperatura abbastanza mite, ci siamo alzate di buon'ora per una gita fuori porta, destinazione Arcachon - Dune du Pyla, ovvero costa atlantica.

Autobus fino a Quinconces, tram fino a Gare St. Jean, treno TER per Arcachon.

Giunte qui, la navetta non sarebbe arrivata prima di un'ora, quindi dopo aver mangiato il panino (Elisa in realtà l'aveva già fatto fuori in treno), abbiamo fatto un breve giretto per la città. Con nostra grande sorpresa, andando verso il lungomare, abbiamo trovato una quantità indescrivibile di villette in stile liberty (originali dell'epoca o copie recenti, non saprei; approfondirò la questione), alcune davvero deliziose, ognuna con un nome proprio ben evidente sulla facciata.





A una manciata di minuti dalle 14, siamo salite sulla navetta che in poco tempo ci ha portato a destinazione.

Scese al parcheggio, un sentiero ci ha condotto a una serie di piccoli bungalow (negozietti di souvenirs e baretti). Da qui, seguendo un'altra stradina in salita tra gli alberi, siamo arrivate ad uno slargo dove si erge, maestosa e inaspettata, la Dune du Pyla, la duna sabbiosa più alta d'Europa.




Ora, immaginavamo che la duna fosse alta, ma non pensavamo assolutamente di trovarci davanti a un tale spettacolo della natura. Una vera e propria montagna di sabbia, che raggiunge i 110 metri di altezza, situata tra una foresta e l'Oceano Atlantico. Una montagna che si deve scalare, arrampicandosi oppure, come abbiamo fatto noi, servendosi di una scalinata che avrebbero dovuto togliere a fine ottobre e invece fortunatamente è ancora lì.

Arrivate in cima, lo stupore ha preso il sopravvento. Davanti a noi l'Oceano Atlantico, alle nostre spalle la foresta, sulla cresta della duna una quantità incredibile di gente (famiglie con cani e bambini che rotolavano insieme tra la sabbia, anziani arrivati lassù chissà come, visto che noi "giovani" abbiamo dovuto fare qualche sosta durante la salita...). Grazie anche al cielo, diventato più grigio ma non minaccioso, il paesaggio aveva l'aria di un deserto lunare, sembrava quasi di essere un esercito di sopravvissuti su un'isola deserta, una sensazione davvero unica.


Dopo aver marciato tra gli alti e bassi della duna, abbiamo deciso di scendere verso l'Oceano. Potevo perdermi l'occasione di toccare l'acqua? Ovviamente no.

E dopo decine e decine di foto, e aver preso una conchiglietta dalla spiaggia come souvenir, abbiamo passeggiato sulla battigia aggirando la duna per andare a riprendere la navetta, salvo che abbiamo preso il giro troppo alla larga e abbiamo perso provvisoriamente la bussola, ritrovandola poco dopo quando ormai era troppo tardi. Quindi, abbiamo dovuto aspettare un'ora per vedere arrivare la navetta successiva.

Ma poco male, ne è valsa assolutamente la pena.

1 commento:

  1. Buon giorno Lucia,
    grazie per il tuo resoconto molto interessante. Anch'io sono affascinato da questa duna eccezionale et nel mio sito si può trovare maggiori informazioni sulla Duna di Pilat, anche in lingua italiana. Infatti, il numero dei turisti italiani sembra aumentare ogni anno.
    Cordiali saluti.
    Detlef

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