Sono passati alcuni giorni dal rientro, ma visto che ci sono state le Feste di mezzo, non sono riuscita a scrivere come si è conclusa l'avventura francese. Per non tediare troppo i miei venticinque lettori (citazione manzoniana), vediamo solo le tappe fondamentali della giornata di sabato 22 dicembre.
Sveglia alle 5, controllo affannato, ossessivo e oserei dire anche inutile per essere sicura di aver preso tutto (chi mi conosce, sa che posso anche essere capace di controllare 5 volte di fila se ho preso, ad esempio, le chiavi di casa) e alle 6 taxi che ci viene a prendere al résidence per portarci alla Gare St. Jean.
Dalla Gare, TGV per Parigi CDG alle ore 7.23 (ovviamente partito in perfetto orario, e arrivato altrettanto puntuale). Scesi dal treno, a Parigi sembrava di essere piombati nell'era glaciale, e, siccome al solito siamo particolarmente fortunati, una volta arrivati con la navetta al nostro terminal è anche iniziato il diluvio universale.
Zuppi fradici, entriamo pronti a fare il check in, ma ovviamente prima andiamo a fare la fatidica prova del peso della valigia. Elisa ci sta, addirittura la sua valigia pesa 6 kg meno dei 23 a nostra disposizione; la mia pesa 25,5 kg, quindi spostando un po' di cose nel mio zaino e buttando il superfluo è tutto ok, ma la vera sorpresa è la valigia di Omar, che pesa più di 29 kg, nonostante lui sia stato l'unico ad andare all'aeroporto di Bordeaux per pesarla. Al che, ci mettiamo da una parte per aprire le valigie e ridistribuire il peso.
Inutile dire che sembrava di essere in un suk... Quel bazar!
Una volta atterrati a Bologna alle 17.15, taxi fino alla stazione, dove ci comunicano allegramente che per prendere il treno delle 18, noi che avevamo prenotato quello delle 19.42, dovremmo pagare almeno il doppio di quello che abbiamo già pagato. Ci mettiamo quindi l'animo in pace e attendiamo la bellezza di due ore nella saletta d'attesa puzzolente, che in confronto a quella sfavillante di Bordeaux sembra l'atrio di un sanatorio sovietico di fine Ottocento.
In treno, alterco tra Omar e un tizio che aveva da ridire perché non voleva alzarsi dai nostri posti prenotati (a suo dire, lui era salito prima, quindi i posti erano suoi: e noi che l'abbiamo pagata a fare la prenotazione?), per poi scendere finalmente alla stazione di Ancona con l'arbitro Tombolini (!) e riabbracciare i nostri cari...
E a questo punto, è davvero finita. Si torna alla triste realtà italica...
Au revoir, France!
Inutile dire che sembrava di essere in un suk... Quel bazar!
Una volta atterrati a Bologna alle 17.15, taxi fino alla stazione, dove ci comunicano allegramente che per prendere il treno delle 18, noi che avevamo prenotato quello delle 19.42, dovremmo pagare almeno il doppio di quello che abbiamo già pagato. Ci mettiamo quindi l'animo in pace e attendiamo la bellezza di due ore nella saletta d'attesa puzzolente, che in confronto a quella sfavillante di Bordeaux sembra l'atrio di un sanatorio sovietico di fine Ottocento.
In treno, alterco tra Omar e un tizio che aveva da ridire perché non voleva alzarsi dai nostri posti prenotati (a suo dire, lui era salito prima, quindi i posti erano suoi: e noi che l'abbiamo pagata a fare la prenotazione?), per poi scendere finalmente alla stazione di Ancona con l'arbitro Tombolini (!) e riabbracciare i nostri cari...
E a questo punto, è davvero finita. Si torna alla triste realtà italica...
Au revoir, France!
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