giovedì 27 dicembre 2012

Mesto ritorno alle quotidiane abitudini...

Sono passati alcuni giorni dal rientro, ma visto che ci sono state le Feste di mezzo, non sono riuscita a scrivere come si è conclusa l'avventura francese. Per non tediare troppo i miei venticinque lettori (citazione manzoniana), vediamo solo le tappe fondamentali della giornata di sabato 22 dicembre.


Sveglia alle 5, controllo affannato, ossessivo e oserei dire anche inutile per essere sicura di aver preso tutto (chi mi conosce, sa che posso anche essere capace di controllare 5 volte di fila se ho preso, ad esempio, le chiavi di casa) e alle 6 taxi che ci viene a prendere al résidence per portarci alla Gare St. Jean.


Dalla Gare, TGV per Parigi CDG alle ore 7.23 (ovviamente partito in perfetto orario, e arrivato altrettanto puntuale). Scesi dal treno, a Parigi sembrava di essere piombati nell'era glaciale, e, siccome al solito siamo particolarmente fortunati, una volta arrivati con la navetta al nostro terminal è anche iniziato il diluvio universale.


Zuppi fradici, entriamo pronti a fare il check in, ma ovviamente prima andiamo a fare la fatidica prova del peso della valigia. Elisa ci sta, addirittura la sua valigia pesa 6 kg meno dei 23 a nostra disposizione; la mia pesa 25,5 kg, quindi spostando un po' di cose nel mio zaino e buttando il superfluo è tutto ok, ma la vera sorpresa è la valigia di Omar, che pesa più di 29 kg, nonostante lui sia stato l'unico ad andare all'aeroporto di Bordeaux per pesarla. Al che, ci mettiamo da una parte per aprire le valigie e ridistribuire il peso.
Inutile dire che sembrava di essere in un suk... Quel bazar!

Una volta atterrati a Bologna alle 17.15, taxi fino alla stazione, dove ci comunicano allegramente che per prendere il treno delle 18, noi che avevamo prenotato quello delle 19.42, dovremmo pagare almeno il doppio di quello che abbiamo già pagato. Ci mettiamo quindi l'animo in pace e attendiamo la bellezza di due ore nella saletta d'attesa puzzolente, che in confronto a quella sfavillante di Bordeaux sembra l'atrio di un sanatorio sovietico di fine Ottocento.

In treno, alterco tra Omar e un tizio che aveva da ridire perché non voleva alzarsi dai nostri posti prenotati (a suo dire, lui era salito prima, quindi i posti erano suoi: e noi che l'abbiamo pagata a fare la prenotazione?), per poi scendere finalmente alla stazione di Ancona con l'arbitro Tombolini (!) e riabbracciare i nostri cari...

E a questo punto, è davvero finita. Si torna alla triste realtà italica...
Au revoir, France!

giovedì 20 dicembre 2012

C'est fini... c'est la fête!

Ieri ultimo giorno di lavoro!

Dopo la mia ultima visita guidata a Château Pape Clément (normalement  doveva essere alle 17.00, ovviamente sono arrivati molto in ritardo), spostamento in massa di tutto il comparto Bernard Magrez - Luxury Wine Tourisme a Bordeaux per "l'ultima cena".

Pyves aveva suggerito una pizzeria a suo dire favolosa (proprietari napoletani doc, sicuramente una garanzia!), ma purtroppo era già sold out e quindi abbiamo ripiegato sul ristorante italiano Le Veneto ad Allées de Tourny.

Appuntamento alle 20.00, visto che nessuno si era fatto ancora vivo, io e Elisa siamo entrate per accaparrarci un posto (non si può prenotare), e nel mentre ci siamo prese un bell'aperitivo (inutile dire che in Francia l'aperitivo consiste semplicemente nel bere; se vuoi qualcosa da sgranocchiare, te lo puoi scordare).

Quando anche Laurent e la futura M.me Faucheux sono arrivati (Laurent doveva chiudere la boutique, povero!), sono scattate le ordinazioni: lasagne, risotti, linguine, il tutto arrosé da buon Nero D'Avola (che va bé, è siciliano a dispetto del nome del ristorante, ma poco importa...). 


Durante la cena, Charlotte se ne esce con un pacchettino: un cadeau pour moi! 

Devo dire che proprio non me l'aspettavo, sono stati carinissimi; dopo due ore di spacchettamenti (anche perché il Campari stava facendo effetto, e il vino pure), ho estratto dalla confezione un joli collier che Pyves mi ha gentilmente aiutato ad indossare, mentre Charlotte gli raccomandava di cercare di non strangolarmi...

A fine cena, io, Elisa, Charlotte, Pyves e Gilles abbiamo deciso di proseguire la serata al pub Charles Dickens lungo les Quais. 
Al momento di salutare Laurent, lui mi ha fatto promettere di tornare a Bordeaux durante l'estate prossima, e mi ha detto che, se vorrò, si potrà fare anche un pensierino su fatto di poter tornare a lavorare a Pape Clément. 
Di fatto, è un arrivederci...



Arrivate a mezzanotte e un quarto, abbastanza andanti, con Elisa ci siamo rese conto che avevamo esattamente quindici minuti per arrivare a Quinconces e prendere l'ultimo autobus per tornare a casa, altrimenti sarebbe stato taxi-super-cher. 

Salutati gli altri, siamo partite a razzo lungo les Quais ridendo come due sceme (con svariati tizi che si sono girati per strada con la classica faccia: ma queste che fanno?) e siamo arrivate giuste giuste alla fermata del bus: anche stavolta, le nostre tasche se la sono vista brutta...

lunedì 17 dicembre 2012

Dernier dimanche...

Siamo agli sgoccioli, alla nostra ultima settimana francese... 

Ma, per concludere in bellezza, la nostra domenica è stata très chic. Grazie al mio insuperabile tutor aziendale Laurent, ho avuto due invitations all'evento del weekend, ovvero il Bordeaux Tasting
Nella prestigiosa cornice di Palais de la Bourse, che si affaccia sull'omonima piazza, una due giorni di degustazioni dei "talenti della rive droite e della rive gauche", uniti a 15 champagnes d'eccezione. 
Non potendo andare ieri, perché sia io che Elisa eravamo al lavoro, siamo andate oggi.
Munite del nostro bel biglietto firmato "Bernard Magrez Luxury Wine Tourisme", siamo entrate coi nostri amici Jules e Julia. Abbiamo iniziato a girare tra i vari stands, degustando a destra e a manca, con fare professionale, badando bene a non dimenticare nessuna delle fasi topiche della degustazione (visuel, premier nez, second nez, gustatif, ormai ci sguazzo!).

Un paradiso per occhi, naso, bocca: c'era solo l'imbarazzo della scelta.

Arrivati allo stand di Château La Tour Carnet, che è una delle 40 proprietà di Bernard Magrez, riconosco Fréderic Auru, che è nel commerciale a Pape Clément. Lo saluto, ci parlo un po', mi giro e vedo Bernard Magrez in persona. 




Ora, l'avevo già visto due o tre volte al castello, ma ovviamente, in quanto stagiaire, non mi aveva calcolato di striscio. Auru gli dice che sono stagiaire in boutique, M. Magrez mi si avvicina, dice che non si ricorda di avermi visto (e non è perché è rimbambito: ha 76 anni e il piglio di un trentenne) e mi stringe cordialmente la mano. 
Giro l'angolo e trovo lo stand Château Pape Clément, dove il mio collega Pierre-Yves (per gli amici PYves, in foto qui a lato) col suo solito modo impostato, da gentleman consumato, propone i vini della proprietà. 

Giriamo ancora un po', finché, nella fila opposta di stands, troviamo lo Château Fombrauge, altra proprietà di M. Magrez. Finalmente vedo Laurent, per la gioia del quale sono già abbastanza alticcia (è già più di un'ora che sbevazziamo), e, di nuovo, M. Magrez. 





Laurent si allontana un attimo, per tornare di corsa subito dopo, dicendomi che devo assolutamente farmi una foto con M. Magrez per il mio blog. Io gli rispondo di no, mi vergogno troppo, che faccio, vado lì e gli chiedo di farmi una foto con lui, manco fossi una groupy? Laurent insiste, dice che devo dirgli che è per il mio blog perché lui adora queste cose. 

Allora lascio la macchina fotografica a Laurent, mi avvicino a M. Magrez e gli spiego la questione. 
E lui, un vero mito, mi mette la mano sulla spalla e fa: devo aggiustarmi il ciuffo! 

Laurent scatta la foto e il gioco è fatto: ho il mio trofeo di giornata.




martedì 11 dicembre 2012

Shopping natalizio? Pas de souci...

Allées de Tourny: è qui che si trova il mercatino natalizio di Bordeaux. 
Tra luci, musica e profumi indescrivibili (che però a fine giornata diventano quasi nauseanti), decine e decine di casette in legno, disposte in maniera impeccabile, ospitano bancarelle di ogni genere: capi d'abbigliamento, bijoux, artigianato, oggetti per la casa, generi alimentari a volontà e, ovviamente, le immancabili saponette di cui vado letteralmente matta.

In genere, quando vado a un mercatino francese da noi (ultimamente parecchio in voga dalle nostre parti), torno a casa con quintali e quintali di due sole cose: saponette e formaggi. 

 

Ora, avendo già problemi di peso (mio, perché ahimé sono un po' ingrassata, e della valigia, che non può superare i 23 kg), ho deciso di non comprare niente di tutto ciò, ma volendo farmi un personale regalo di Natale, ho fatto un giretto al mercatino e poi nei vari negozi del centro. 

Mi sono imbattuta in un negozietto vicino a Place du Parlement, dove si vendono pezzi artigianali-artistici davvero geniali: statuette fatte con posate saldate tra loro, lampade realizzate con carta di fumetti o ricavate da un cestello della lavatrice, lampadari fatti con bottiglie riciclate... 

Uno spettacolo per gli amanti del genere, un mix di design e arte del riuso che mi ha fatto letteralmente impazzire.

Cosa mi sono comprata? Una graziosissima e delicatissima catenina fatta con ingranaggi di un orologio. Riciclati, ovviamente...

lunedì 10 dicembre 2012

Altro giro, altra corsa...

Finalmente, dopo aver toppato l'appuntamento la settimana scorsa causa stranezze orarie del bus (ma per fortuna, visto che domenica scorsa diluviava), siamo riuscite a fare questo benedetto giro a Saint-Emilion, altro tempio del vino nell'entroterra di Bordeaux.

Sole e un po' di foschia, temperatura polare, siamo partite alle 13.30 dall'Office du Tourisme per dirigerci verso questo paesino, meraviglia assoluta a sentire le voci fin qui pervenute.

In realtà, forse perché noi siamo abituate a questo genere di paesini, Saint-Emilion non è che ci abbia lasciate proprio a bocca aperta: ok, è un bel paesetto medievale, arroccato in cima alla rupe, con tutti i suoi resti e rovine di chiese e monasteri, ma devo dire che molti nostri borghi non sfigurerebbero affatto al suo confronto, anzi...


L'unico monumento degno di nota, l'Eglise monolithique, è giustamente (l'uso di questo avverbio è alquanto ironico, ovviamente) fotografabile solo dall'esterno, credo per fini esclusivamente commerciali, visto che non c'è nulla al suo interno che possa essere in qualche modo danneggiato. 
Si tratta di una chiesa a tre navate, scavata interamente nel costone roccioso tra l'XI e il XII secolo, nel punto esatto dove il bretone Saint-Emilion si ritirò come eremita, e dove fu sepolto alla sua morte nel 767. Esternamente, non si percepisce affatto la vastità di questo edificio, dove si trovano anche quelle che qui chiamano "catacombe", ma che in realtà sono tombe che la gente si faceva scavare per essere seppelliti più vicini possibile al corpo del Santo.


Per il resto, una serie di viuzze più o meno pittoresche, negozi di macarons, dolci tipici di qui che altro non sono che biscotti di pasta di mandorle, e niente più. In due parole: siamo rimaste un po' deluse, ma mica è detto che ogni volta che si vede qualcosa, sia qualcosa di eccezionale...

A seguire, visita allo Château Ambe Tour Pourret. Anche qui, un pizzico di delusione: solo 5 ettari di vigna, solo Merlot e Cabernet Franc, piccolissimo cuvier e minuscolo chais (appena 40 barriques!). Sarà che io ormai mi sono abituata alla grandeur di Pape Clément... 
Per giunta, il vino non mi è neanche piaciuto.


Come se le delusioni non bastassero, si è aggiunta anche quella della cena: ieri sera ci siamo decise ad andare all'Entrecôte, ristorante tra Quinconces e Place de la Comédie, dove c'è sempre una fila chilometrica.
Spinte dalla curiosità di sapere se tutta questa attesa fosse giustificata o no, ci siamo messe in fila alle 18.30 per riuscire ad entrare verso le 19.20 (tutto ciò all'esterno, chiaramente, con una temperatura credo al di sotto dello 0). In tutta franchezza, posso dire che non c'è motivo di voler venire a mangiare qui. Entrée di salade e noci, plat che consiste in un controfiletto tagliato a listarelle con una salsetta non ben specificata e frites moscissime e insipide. Il tutto per 17 €, e se si vuole un dessert bisogna aggiungere almeno 5 €... Uno dei peggiori pasti fin qui gustati.

Quindi, prossime all'assideramento, siamo tornate mestamente verso casa, consapevoli che il prossimo weekend è l'ultimo della nostra avventura bordelaise. La fine è ormai alle porte...


lunedì 3 dicembre 2012

Starting count down...

Sembra incredibile, ma sono già passati tre mesi dal nostro arrivo in Francia, e le luminarie natalizie spuntate in tutta Bordeaux come funghi (bellissime, tra l'altro) ci ricordano che tra poco è ora di rientrare alla base...

Una strana sensazione, sembra di essere partiti da poco eppure di essere qui da una vita, sarà che ormai qui ho stabilito una mia "routine" (spesa il lunedì, lavatrice il mercoledì, cenette e cinema di tanto in tanto - in francese chiaramente -, mezzi pubblici, lavoro, colleghi con cui faccio delle gran chiacchierate e che, come Laurent, ormai mi chiamano tutti "Lucia amore"!)... 
Da una parte, devo confessare che non me ne andrei nemmeno per tutto l'oro del mondo.



L'altra faccia della medaglia, però, è che Natale si avvicina, quindi credo che sarà particolarmente bello tornare proprio in occasione delle feste, riabbracciare la mia famiglia, gli amici, cani e gatti, ritrovare le piccole abitudini perdute, e adattare quelle prese qui alla realtà belfortese (tipo: dove trovare le Riz au lait Nestlé che mi fa impazzire? Nel caso qualcuno abbia la risposta, let me know, please).

Post un po' nostalgico, lo so. Ma le scoperte non sono ancora finite. Domenica 9 visita a Saint-Emilion. 
Quello sì che sarà un signor post...
Stay tuned.