lunedì 26 novembre 2012

E' tempo di visite!

Lo scorso weekend è successo qualcosa che mai e poi mai avrei creduto possibile. Qualcosa di sensazionale, assolutamente impensabile, un evento insomma. 

Mia madre ha preso l'aereo. Per la prima volta in vita sua. Per venirmi a trovare, ovviamente. 
Nonostante ne fosse terrorizzata.

Insieme a Simonetta (che non ho la più pallida idea di cosa le abbia detto per convincerla), ha preso un comodo Ryanair Roma-Bordeaux ed è arrivata qui. Niente a che vedere col viaggio della speranza che ci aspetta per tornare a casa. Ma questa è un'altra storia...

Data la mia estrema vicinanza all'aeroporto, venerdì mattina sono andata ad accoglierle (in realtà sono atterrate addirittura in anticipo, quindi sono state loro ad aspettare me) e siamo andate subito in centro. 
Il tempo di lasciare i bagagli in albergo (Hotel Gambetta in Rue de la Porte Dijeaux, un 2 stelle non malaccio e soprattutto in pieno centro, vicinissimo alla fermata del tram e dell'autobus, nel caso in cui qualcuno di voi sia interessato) e via, passeggiata tra chiese, cattedrale, quais e quant'altro per soddisfare le velleità fotografiche di Super-Simo.



Dopo pranzo, siamo andate al "mio" Château per una visita privata (abuso d'ufficio!!!) con degustazione, e Laurent, dato che gli ho presentato la mamma, ci ha lasciato bere Clémentin e Pape Clément, il secondo e il primo vino della proprietà.

A lato, una foto nella Cave.

Da notare il mio bicchiere già vuoto, mentre il chiarore in primo piano è la cassa di Prélat che ho usato come piano d'appoggio per l'autoscatto, visto che Laurent era impegnato in un'altra degustazione e quindi impossibilitato nel prenderci une photo.


Quando Elisa ci ha raggiunte, cena all'Assiette du Vieux Saint Pierre (su prenotazione chiaramente, sennò campa cavallo), il tizio degli spiedini appesi e della brioche perdue (vd Résumé de la semaine), poi visto che loro si erano alzate alle 4.30 e pure noi "locali" eravamo cotte, abbiamo fatto il gioco dell'ua. Ognuno a casa sua. 


Sabato mattina, tour Bordeaux en car con l'Office du Tourisme, con traduzione (quasi) simultanea a cura della sottoscritta, che permette di vedere tutti i luoghi della città riconosciuti come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

Pranzo alla baracchetta Da Sandro a Quinconces, dove nel pomeriggio abbiamo fatto un giro per i Brocantes (alias mercatino dell'antiquariato), e successiva visita al Mercatino di Natale aux Allées de Tourny (che però meriterà un post tutto suo), con relativo vin chaud e castagne, più un pain au chocolat a testa da Paul (qui robe deliziose, anche con promozioni speciali, come resistere?).
Cena: pizza da Jacomo, birretta e rientro.

Ieri, domenica: lento risveglio, pranzo in una brasserie a Place Camille Jullian (bœuf bourguignon, slurp!) e trasferimento all'aeroporto per la partenza.
Io personalmente avrei preferito un teletrasporto, visto che ero più stanca ieri sera per il weekend che durante tutta la settimana... però sono soddisfatta, sono riuscita a concentrare in due giorni l'essenza di Bordeaux (arte, architettura, cibo, vino, mercatini e negozi) e almeno loro sono riuscite ad avere un quadro più o meno completo della città.

Ma la mia domanda è: ora che s'è sbloccata, mamma chi la ferma più?
Mi toccherà fare un viaggetto qua e là ogni tanto, ahimé...

domenica 18 novembre 2012

... e finalmente l'Oceano!

Stamattina, approfittando del timido sole e della temperatura abbastanza mite, ci siamo alzate di buon'ora per una gita fuori porta, destinazione Arcachon - Dune du Pyla, ovvero costa atlantica.

Autobus fino a Quinconces, tram fino a Gare St. Jean, treno TER per Arcachon.

Giunte qui, la navetta non sarebbe arrivata prima di un'ora, quindi dopo aver mangiato il panino (Elisa in realtà l'aveva già fatto fuori in treno), abbiamo fatto un breve giretto per la città. Con nostra grande sorpresa, andando verso il lungomare, abbiamo trovato una quantità indescrivibile di villette in stile liberty (originali dell'epoca o copie recenti, non saprei; approfondirò la questione), alcune davvero deliziose, ognuna con un nome proprio ben evidente sulla facciata.





A una manciata di minuti dalle 14, siamo salite sulla navetta che in poco tempo ci ha portato a destinazione.

Scese al parcheggio, un sentiero ci ha condotto a una serie di piccoli bungalow (negozietti di souvenirs e baretti). Da qui, seguendo un'altra stradina in salita tra gli alberi, siamo arrivate ad uno slargo dove si erge, maestosa e inaspettata, la Dune du Pyla, la duna sabbiosa più alta d'Europa.




Ora, immaginavamo che la duna fosse alta, ma non pensavamo assolutamente di trovarci davanti a un tale spettacolo della natura. Una vera e propria montagna di sabbia, che raggiunge i 110 metri di altezza, situata tra una foresta e l'Oceano Atlantico. Una montagna che si deve scalare, arrampicandosi oppure, come abbiamo fatto noi, servendosi di una scalinata che avrebbero dovuto togliere a fine ottobre e invece fortunatamente è ancora lì.

Arrivate in cima, lo stupore ha preso il sopravvento. Davanti a noi l'Oceano Atlantico, alle nostre spalle la foresta, sulla cresta della duna una quantità incredibile di gente (famiglie con cani e bambini che rotolavano insieme tra la sabbia, anziani arrivati lassù chissà come, visto che noi "giovani" abbiamo dovuto fare qualche sosta durante la salita...). Grazie anche al cielo, diventato più grigio ma non minaccioso, il paesaggio aveva l'aria di un deserto lunare, sembrava quasi di essere un esercito di sopravvissuti su un'isola deserta, una sensazione davvero unica.


Dopo aver marciato tra gli alti e bassi della duna, abbiamo deciso di scendere verso l'Oceano. Potevo perdermi l'occasione di toccare l'acqua? Ovviamente no.

E dopo decine e decine di foto, e aver preso una conchiglietta dalla spiaggia come souvenir, abbiamo passeggiato sulla battigia aggirando la duna per andare a riprendere la navetta, salvo che abbiamo preso il giro troppo alla larga e abbiamo perso provvisoriamente la bussola, ritrovandola poco dopo quando ormai era troppo tardi. Quindi, abbiamo dovuto aspettare un'ora per vedere arrivare la navetta successiva.

Ma poco male, ne è valsa assolutamente la pena.

domenica 11 novembre 2012

Résumé de la semaine

La settimana appena trascorsa è stata molto ma molto tranquilla.

Io personalmente mi sono fatta un gran mazzo al lavoro (visite guidate all day long, anche ai Francesi piace sfruttare gli stagisti, a quanto pare), ed Elisa pure, visto che ha chiesto di poter cambiare il suo orario di lavoro per essere più utile al Castello, e ora si deve alzare tutte le mattine alle 6 (ma almeno ha il pomeriggio libero).
Risultato: la sera siamo cotte, ci vediamo un filmetto sur le canap e poi a nanna.



Sabato scorso siamo stati tutti e quattro a mangiare la pizza da Jacomo, in Rue de la Devise, un piccolo ristorante dall'aspetto familiare, dove abbiamo trovato anche una tavolata piuttosto chiassosa di... travestiti (veri o per scherzo, non è dato sapere).
Con nostra grande sorpresa, abbiamo mangiato una pizza da urlo, che può tranquillamente competere con la migliore pizza da noi... il sospetto che il pizzaiolò (anche qui si chiama così) sia italiano è molto forte.
Per la cronaca, abbiamo preso Pizza aux quatre fromages e Pizza saumon et crème fraîche.



Domenica pomeriggio, visto che il tempo era di un grigiume da mettere depressione anche alla persona più entusiasta del mondo, Elisa non ne ha voluto sapere di uscire, così sono saltata sull'autobus e, su consiglio della mia collega Charlotte, sono andata a vedere l'Anfiteatro di Bordeaux, il Palais Gallien.  
Sinceramente mi aspettavo che ci fosse qualche pezzo in più, però il luogo ha il suo fascino. 
Questo Colosseo in miniatura, costruito nel I secolo d.C., poteva ospitare fino a 15000 spettatori; purtroppo, durante la Rivoluzione l'anfiteatro di Burdigala divenne una cava a cielo aperto, come è successo a tanti altri edifici romani un po' ovunque, finché è stato riconosciuto come monumento storico nel 1911.
Dopo questo tuffo nel passato (deformazione professionale, ahimé), ho fatto una breve passeggiata sur les Quais, molto suggestivi anche col brutto tempo, e poi sono rientrata à la maison.



Giovedì sera, in occasione del compleanno di Omar, siamo stati a cena nel ristorante migliore di Bordeaux, o almeno il migliore tra quelli che noi abbiamo provato finora, l'Assiette du Vieux Saint Pierre
Un menù da 13,90 € (che è poco), permette di scegliere un' entrée, un piatto di brochette (spiedini "pendenti" di boeuf, canard, canard à l'orange o porc à l'ananas) e un dessert (da prendere assolutamente: brioche perdue al cioccolato e crème anglaise, è il top!). 
Roba da leccarsi i baffi.




Insomma, questa è la tranquilla vita da stagista di provincia costretta ad adattare la propria vita agli orari dell'autobus... torno a ripetere che avendo avuto la macchina, sarebbe stata tutta un'altra cosa, ma non si può avere tutto dalla vita!

sabato 3 novembre 2012

Ça fait deux mois...

...qu'on est en France. E' tempo di fare qualche bilancio. 

Di seguito, la hit parade delle cose che mi mancano di più, quelle che, ad avercele, renderebbero la mia permanenza qui davvero impeccabile.

Al numero 5, la mia Clio

Mi sono davvero rotta di questo cacchio di autobus che non rispetta mai e poi mai gli orari (e che per questo ti fa perdere le coincidenze), che a causa del traffico ci mette anche un'ora ad arrivare al centro di Bordeaux, e che ci lascia a 800 m da dove viviamo. 

D'accordo, 800 m non sono poi tanti, ma quando torni dal centro commerciale con la spesa del sabato, carica come una bestia da soma, e devi fare tutta questa scarpinata (o anche semplicemente quando torni a casa la sera, dal lavoro o da una serata in centro, e magari diluvia), rimpiangi davvero il fatto di non avere una macchina...

Al numero 4, una lavatrice a mio solo unico uso e consumo.

Ma è mai possibile che in un residence dove saranno ospitate almeno 50 persone ci sia solo una, dico una lavatrice per tutti? E che ci sia un'altra lavatrice smontata e rotta da almeno tre anni, che nessuno si cura di aggiustare? 
E che si debba impiegare mezza giornata per fare la fila per lavatrice & asciugatrice (anche questa nel numero di 1 pz)? 
E ancora, ultima domanda retorica, che non si capisca quanto caspita ci mette l'asciugatrice perché non c'è un timer, e tu devi andare su e giù come una trottola per due ore e mezza almeno, col terrore che l'asciugatrice finisca prima del tuo arrivo e che qualcuno tiri fuori il tuo bucato appoggiandolo chissà dove, col rischio che ti venga il colera perché il locale lavanderia fa schifo???
Rimpiango la lavanderia a gettoni di Boulogne Billancourt, che in confronto era uno specchio... vi dico tutto.

Al numero 3, il mio materasso.

Quello che abbiamo qui è una roba indicibile, la mattina ti svegli tutta incriccata (so che non è italiano, ma rende l'idea) e dolorante, il collo e la schiena sono rigidi come se avessi dormito su un blocco di marmo, e la cosa peggiore è che dormi per modo di dire, perché è davvero impossibile dormire in queste condizioni.
Risultato: la mattina mi alzo più stanca di quanto fossi la sera prima, poi fortunatamente dopo un tot di giorni accumulo talmente tanto sonno arretrato che finalmente una bella dormita riesco a farmela, e poi ricomincia il giro delle notti insonni.
Chissà la mattina che racconto alla gente durante le visite guidate...

Al numero 2, i miei gatti.



Qui non c'è bisogno di dire nulla, allego solo foto, che si commentano da sé... piccini!!!
E ne mancano altri tre...






E al numero 1: il bidet.




Questo meraviglioso arnese, di cui i francesi ignorano totalmente l'esistenza, e di conseguenza, la straordinaria funzione e praticità... ne vogliamo parlare?

Non aggiungo altro, noi lo sappiamo a cosa serve un bidet.